Venerdì, 29 Marzo 2024

STORIE DI GIOVANI SFRUTTATI SUL LAVORO PARTE SECONDA

Pochi giorni fa abbiamo raccontato in un comunicato varie storie vergognose di giovanissimi umiliati sul lavoro, tra cui quella del diciannovenne che nella pausa pranzo veniva chiuso a chiave in ufficio. Storie che hanno fatto rumore: varie persone ci hanno poi chiamato per raccontare situazioni analoghe. Tra cui un ventiseienne, che dal 2011 lavorava in nero per una società che si occupa di bonificare il manto stradale a seguito di incidenti. Lavorava tanto. Troppo: 12 ore al giorno, anche il sabato e la domenica. Lavorava di giorno e di notte. Persino la notte di capodanno era in servizio.
Ed a testimoniarlo sono centinaia e cantinaia di verbali di intervento, sottoscritti da lui e dai vigili che di volta in volta sopraggiungevano sul luogo dell'incidente. "

 

Si è presentato con in mano un faldone di documenti che teneva stretti a sé perché sono la prova provata di quello che racconta - dice Emanuela Astolfi, fondatrice dell'associazione Avvocato del Cittadino - Già, perché la sua storia è quasi inverosimile: come si fa a lavorare 6 giorni su 7, 12 ore al giorno? E' contro natura, come forse prodigiosa è la forza con cui molti giovani s'impegnano e si danno da fare per garantirsi un posto di lavoro". Il giovane veniva pagato dai 1.200 ai 1.500 euro al mese. Ad un certo punto la sua società ha perso l'appalto con il Comune di Roma e lui, così, non era più utile. E così è stato liquidato con una bella stretta di mano. Nonostante la sua dignità sia stata barbaramente calpestata dalle pretese assurde del datore di lavoro, il giovane emana una grande forza e soprattutto non si è rassegnato ai soprusi. Per 3 anni, ha svolto un lavoro pericoloso, eseguendo un vero e proprio intervento di pronto soccorso sulle strade, raccontando di non aver mai avuto paura. E di non averne neppure ora che deve rimettersi in gioco per trovare un'altra occupazione

"Calpestare la dignità dei ragazzi sul lavoro, sottoponendoli a turni o modalità di lavoro assurdi è vergognoso - conclude Emanuela Astolfi - Siamo a disposizione di tutti coloro che, trovandosi in situazioni analoghe, hanno bisogno di aiuto per la tutela dei loro diritti con la nostra attività di consulenza, presso la nostra sede di Roma,in via dei Fulvi 49"