A volte basta una firma per proteggere tutto ciò che hai costruito. Altre volte, serve solo capirsi meglio prima di iniziare una convivenza o un matrimonio.
Mi capita spesso, soprattutto con coppie tra i 35 e i 45 anni, che durante una consulenza mi dicano:
“Avvocato, ma se io ho comprato casa prima di sposarmi, è comunque in comunione?”
oppure
“Stiamo pensando di convivere, ma abbiamo dei risparmi e un mutuo: dobbiamo fare qualcosa per tutelarci?”
Sono domande molto frequenti, e giustamente. Perché in questa fascia d’età si è già costruito qualcosa: un appartamento, un piccolo investimento, un conto risparmio, una carriera. E si inizia a pensare: "Se la coppia cambia, cosa succede a ciò che è mio?"
Vediamo allora insieme, con parole semplici, come funziona la tutela del patrimonio all’interno di un matrimonio o di una convivenza.
Comunione o separazione dei beni?
Quando ci si sposa, si può scegliere tra comunione dei beni o separazione dei beni.
Se non si dice nulla, si applica automaticamente la comunione.
Cosa vuol dire comunione?
Che tutti i beni acquistati durante il matrimonio diventano automaticamente di entrambi, al 50%.
Quindi: casa comprata dopo il matrimonio? È di tutti e due, anche se intestata solo a uno.
Conto aperto dopo il matrimonio? Uguale.
Con la separazione dei beni, invece, ognuno mantiene la proprietà esclusiva di ciò che acquista o possiede. È una scelta più prudente e molto comune nelle seconde unioni o tra chi ha un’attività o un patrimonio già costruito prima.
Casa acquistata prima del matrimonio: cosa succede?
Se hai comprato casa prima di sposarti, quella resta tua, anche in comunione dei beni. Però... attenzione.
Se durante il matrimonio usi soldi comuni per ristrutturarla o pagarne il mutuo residuo, l’altro coniuge può avere diritto a una restituzione o a una partecipazione.
Sono situazioni delicate, che vanno valutate caso per caso.
E se conviviamo senza sposarci?
Qui cambia tutto. Le coppie di fatto (non sposate) non hanno alcun regime automatico di comunione o separazione. Ognuno resta proprietario dei beni che ha intestato a sé.
Ma attenzione: se comprate casa insieme, aprite un conto cointestato, o firmate un mutuo in due, avete comunque dei legami economici forti.
In questi casi è fondamentale mettere per iscritto le intenzioni reciproche, magari con un contratto di convivenza, che si può firmare davanti a un avvocato (come me!) o a un notaio.
E per i risparmi o gli investimenti?
-
Se siete sposati in comunione dei beni, gli investimenti fatti durante il matrimonio sono di entrambi.
-
In separazione dei beni, ognuno gestisce i propri.
-
Se convivete e investite insieme, ma tutto è intestato a uno solo, l’altro rischia di non avere nulla in mano in caso di separazione. Anche se ha versato soldi.
Serve sempre una scrittura chiara per tutelarsi. -
Mutui, finanziamenti e garanzie
-
Attenzione a quando uno dei due fa da garante per l’altro, o firma un mutuo in due.
La banca non guarda se siete sposati o meno: in caso di problemi, chiede i soldi a entrambi.
Ecco perché è importante ragionare prima e capire bene le conseguenze legali ed economiche.
In sintesi: proteggersi non significa non fidarsi
Tutelarsi vuol dire solo fare chiarezza fin dall’inizio. Perché è molto più facile parlarsi quando si va d’accordo, piuttosto che discutere quando le cose si complicano.
Se stai iniziando una nuova convivenza, un matrimonio, o se vuoi fare il punto su una situazione patrimoniale già in corso, fissa subito una consulenza legale per approfondire questi temi
Avv Emanuela Astolfi