"La in cui viviamo è intestata a mio suocero, se mi separo mio marito dice che me ne devo andare, è così?” A scrivere è Maria, chiedendomi di affrontare il tema con un post ed approfitto della sua richiesta anche considerando che questa domanda viene posta spesso anche al nostro sportello legale dedicato al diritto di famiglia.
Partiamo da un presupposto: l’assegnazione della casa coniugale segue l’affidamento dei figli. Non importa se l’immobile è di proprietà del marito, della moglie o dei suoceri; l’assegnazione della casa avverrà al coniuge presso cui saranno collocati i figli in quanto ad essere tutelato è proprio l’interesse della prole (che va preservata da ulteriori traumi oltre a quello della separazione stessa). Quindi, per rispondere a Maria: la casa familiare rimarrà nella disponibilità materiale del genitore cui sono collocati i figli minori o maggiorenni non economicamente indipendenti
Per chi invece non ha figli, la questione casa familiare va valutata solo sulla considerazione della situazione economica delle parti come unico termine di significativo riferimento. Se l’immobile è del suocero, andrà rilasciato (a meno che non si trovino accordi consensuali): infatti, ad un eventuale mantenimento del consorte è chiamato il coniuge e non la sua famiglia di origine
In ogni caso, anche in presenza di figli minori, il suocero può rientrare in possesso della casa coniugale dimostrando la sopravvenienza di un bisogno urgente ed imprevisto, come ad esempio, l’uso diretto e personale dell’immobile o un deterioramento delle proprie condizioni economiche.
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