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IL CASO DI DEBRA: UNA FELICITA' APPESA AL FILO DEL TELEFONO

Roma, 16 febbraio 2013 - "Spesso non ha potuto partecipare ad attività ricreative. Lei e noi siamo rimasti isolati. Ma la cosa che più ci ha creato ansia è stata la paura di non riuscire a ricevere la chiamata dall'ospedale di Siena per il suo ricovero". A parlare sono i genitori di Debra, una giovane e graziosa ragazza disabile, che si sono rivolti all'associazione di solidarietà sociale Avvocato-del-Cittadino per un disservizio: hanno stipulato un contratto di utenza telefonica e internet-ADSL all-inclusive su linea fissa con un gestore telefonico che, nonostante i continui solleciti, non ha mai attivato il servizio. Mettendo a serio rischio la vita e la serenità di Debra.


La ragazza e la sua famiglia sono ora assistiti privatamente da alcuni legali che collaborano con l'associazione: la compagnia telefonica è stata diffidata a risarcire complessivamente Euro 20.000,00 a Debra e i suoi genitori per gli spostamenti, lo stress, la perdita di chances, il patema d'animo, la sofferenza e, in generale, per quanto patito dalla famiglia, a causa della assoluta inerzia della compagnia, in violazione del contratto stipulato. Già, perché il servizio telefonico era stato acquistato dal papà proprio per i problemi di salute di Debra che, quotidianamente, ha bisogno di comunicare con le strutture che la assistono.


L'intera famiglia, non solo ha vissuto per mesi con il timore che l'ospedale di Siena (che studia il caso di Debra) non riuscisse a mettersi in contatto con loro per comunicargli la data in cui la ragazza potesse essere ricoverata per l'intervento che da tempo aspetta, ma ha anche avuto serie difficoltà a far partecipare la giovane alle attività ricreative e di lavoro organizzate dalle associazioni del territorio. Tutto ciò ha provocato a Debra anche un danno alla vita di relazione: le organizzazioni, infatti, avvertono le famiglie degli incontri che organizzano tramite email o chiamate su rete fissa. E spesso, a causa del disservizio procurato dal gestore telefonico, la ragazza non ha potuto partecipare (complice anche la frequente mancanza di campo per la telefonia mobile) alle attività associative.


"La drammaticità sta anche nel fatto che il papà di Debra ha più volte fatto presente la situazione al servizio clienti della compagnia telefonica - fa sapere Emanuela Astolfi, presidente di Avvocato del Cittadino - e, nonostante tutto, lo stato di inerzia è continuato. Fino al punto che è stato necessario cambiare gestore. Inoltre, ciò che preoccupa è che sono sempre più frequenti le segnalazioni da parte di utenti che lamentano la mancata attivazione di servizi telefonici a seguito della sottoscrizione dei contratti. E questa purtroppo è una inefficienza che comporta, in alcuni casi, gravissime conseguenze, come nel caso di Debra: in un momento come questo, essere tagliati fuori dalla "società dell'informazione' è assolutamente intollerabile. E, a volte, profondamente dannoso".

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