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AVVOCATO DEL CITTADINO, LE LISTE D'ATTESA COLPISCONO ANCHE I PICCOLI: PER UN BAMBINO DI DUE ANNI QUASI UN ANNO PER VISITA OCULISTICA

Roma, 1 marzo 2013  - "Se ha fretta, il primo posto disponibile è il 7 giugno a Santa Marinella. Se invece non è urgente, possiamo fare il 3 dicembre a Roma". Così, con una risposta secca, il Cup dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù gela le speranze di una giovane mamma che, ricetta alla mano, cerca di prenotare una visita oculistica per il suo bimbo di due anni.



La ragazza, una dei soci fondatori dell'associazione di solidarietà sociale Avvocato del Cittadino, la prima a sorgere su strada, a diretto contatto con le persone e le loro necessità, ha subito deciso di denunciare e soprattutto diffondere la vergognosa situazione attraverso l'organizzazione.



Come è possibile che per una visita oculistica pediatrica nella propria città, nel caso di specie Roma, in una struttura prettamente dedicata ai bambini, si debba aspettare quasi un anno? Anche chiamando il Recup, l'operatrice avverte che per i bambini così piccoli, solo alcune strutture offrono il servizio da noi richiesto: l'alternativa è prenotare la prima visita oculistica disponibile presso una qualunque struttura sanitaria e poi chiamare per sapere se i medici sono specializzati anche per i bimbi così piccoli. Eppure quello alla salute è uno dei diritti fondamentali del nostro ordinamento, garantito dall'art.32 della nostra Costituzione. Alla luce di queste situazioni, suona quasi beffardo quanto si legge sul sito del Ministero della Salute:"I bambini hanno il diritto di godere del miglior stato di salute possibile e di poter accedere a cure sanitarie appropriate, condizione essenziale in tutte le fasi della vita, in particolare per l'età evolutiva. L'impegno del Servizio sanitario nazionale deve quindi essere mirato non solo alla prevenzione e cura delle malattie, ma alla tutela e alla cura dell'insieme bambino-famiglia, dalle cura delle fasi prenatali fino ai servizi destinati ai giovani durante l'età adolescenziale, seguendo lo sviluppo del bambino nelle varie fasi dell'età evolutiva".

Un bambino a due anni non parla, o comunque usa un lessico comprensibile alla sola famiglia, non riesce a decifrare i suoi bisogni. Per lui lo fanno i suoi genitori ed il suo pediatra che a loro volta hanno bisogno di un sistema sanitario che sia tempestivo. Efficace. E dinamico. "Mi sono già occupata dell'odissea delle liste d'attesa per le donne incinte a cui al Recup venivano proposte prenotazioni di ecografie morfologiche addirittura dopo la data del parto - dice Emanuela Astolfi, presidente di Avvocato del Cittadino - Ma ora, farlo per un bambino, è addirittura peggio! E' assurdo aspettare quasi un anno per una visita di controllo in un ospedale specializzato della propria città. Ma la cosa giusta è denunciare queste situazioni ed allo stesso tempo darsi da fare. E' anche possibile, se i tempi sono eccessivi, ricorrere alle strutture private e poi chiedere un risarcimento di quanto speso, previa richiesta alla Asl di competenza".

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